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Sentieri del Conero

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In questa MAPPA troverai i sentieri del Monte Conero con la loro denominazione.
Divertiti ad esplorare questo luogo meraviglioso e fare splendide passeggiate immersi nella natura!

Variante 301A Belvedere Nord
Tempo di percorrenza: 45 minuti (solo andata)
Difficoltà: intermedio
Percorribilità: a piedi
Itinerario: da Pian Grande seguire il sentiero che sale sulla sinistra e si inoltra nel fitto della vegetazione fino ad arrivare ad uno spettacolare punto panoramico sul mare. Riprendere il sentiero sulla destra che sale lentamente fino ad incontrare la Variante 1B. Da qui si prende la strada asfaltata che porta all’ex Convento dei Camaldolesi.

Variante 301B Incisioni rupestri
Tempo di percorrenza: 30 minuti (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi
Itinerario: da Pian dei Raggetti, si sale per un’ampia stradina all’interno del bosco: lasciata
sulla sinistra Casa Lucignani dopo 100 m si lascia il sentiero e si arriva, in pochi minuti, alle incisioni rupestri. Continuando la stradina si raggiunge l’asfalto e quindi salendo la variante 301a.

Variante 301C Grotta del Mortarolo
Tempo di percorrenza: 20 minuti (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi
Itinerario: provenendo dall’ex Convento dei Camaldolesi e proseguendo sul sentiero n.1 in
direzione Fonte d’Olio, si prende una deviazione sulla sinistra e dopo aver percorso un breve tratto si arriva ad una cavità naturale detta Grotta del Mortarolo.

Sentiero 302 Sentiero delle Due Sorelle
Tempo di percorrenza: ore 1 (solo andata)
Difficoltà: difficile
Percorribilità: a piedi
Ambiente: versante meridionale del Monte Conero parzialmente compreso nella riserva
integrale. Eccezionale interesse geologico per l’affioramento della maiolica la più antica
formazione litologica presente nell’area del Parco. La maiolica risulta molto evidente nelle
cosiddette “placche”, enormi e lisci lastroni rocciosi di colore grigio chiaro a strapiombo sul mare. Lungo questo caratteristico tratto di costa alta si osservano piccole spiagge, candidi scogli di incomparabile bellezza.
Vegetazione: zone coltivate, macchia mediterranea termofila (leccio, corbezzolo, laurotino,
lentisco) pineta di rimboschimento, vegetazione rupicola (violaciocca, valeriana rossa),
vegetazione alofila (finocchio di mare), ghiaioni parzialmente consolidati da ginestra ed
Ampelodesmos mauritanicos. Abbarbicata sui costoni rocciosi sovrastanti la spiaggia delle
Due Sorelle vive l’Euforbia arborescente, vero gioiello botanico del parco in quanto non
presente altrove nelle Marche né lungo la costa adriatica a nord del Gargano.
Osservazione faunistiche: passeriformi nidificanti di bosco e di macchia (fringuello, capinera, occhiocotto), rapaci diurni (sparviere), svernanti marini (cormorani e gabbiani corallini), gabbiani comuni e reali. Possibilità di osservare il falco pellegrino. Tra i mammiferi è presente la volpe.
Itinerario: da Sirolo, prendere la provinciale verso Ancona e poco fuori l’abitato girare al
primo incrocio sulla destra per Via Vallone, una strada asfaltata in salita: superato il cimitero di Sirolo si giunge in breve ad una sterrata che si snoda ai bordi della falesia. Ad un quadrivio (incrocio con il Sentiero n°1) scendere a destra: prendere la seconda stradina che sale sulla sinistra ed arriva ad un campo di olivi. Qui il tracciato prosegue per un sentiero che si inoltra nel fitto della macchia mediterranea e lungo il quale si aprono scorci suggestivi sulle spiagge di Sirolo, di Numana e sulla costa bassa fino a Civitanova Marche. Si giunge quindi al “Passo del Lupo”, uno sperone di roccia a picco sul mare che rappresenta uno dei punti più suggestivi del Parco del Conero e dal quale si gode di una vista spettacolare sulla piccola baia delle Due Sorelle.
Il sentiero prosegue con una ferrata che supera ripidi tornanti lungo la falesia (è necessario abbigliamento escursionistico alpino) fino ad arrivare ad un canalone che scende, in breve, alla spiaggia delle Due Sorelle.
ATTUALMENTE PERCORRIBILE SOLO FINO AL PUNTO PANORAMICO.
 
Sentiero 303 Sassi Neri
Tempo di percorrenza: 45 minuti (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Ambiente: Falesia marmosa. L’ampia spiaggia ghiaiosa lascia posto, proseguendo verso
nord, alla costa rocciosa caratterizzata da scaglia rossa.
Vegetazione: pinete di rimboschimento (Pino d’Aleppo) e zone completamente incolte. Molto diffusa la ginestra mentre nella parte più prossima al mare troviamo la Canna del Reno.
Osservazioni faunistiche: passeriformi di macchia (sterpazzolina, usignolo di fiume), svernanti marini (svasso maggiore, cormorano), gabbiani reali e comuni.
Itinerario: da Sirolo, prendere la provinciale verso Ancona e poco fuori l’abitato girare al
primo incrocio a destra per Via Vallone: dopo una breve salita, girare a destra e percorrere la strada asfaltata fino al belvedere. Da qua si prende il sentiero sulla sinistra che, dopo un tratto pianeggiante, inizia a scendere in una pineta. Ad un bivio prendere a destra e seguire la sterrata che scende nella bassa vegetazione mediterranea. Si giunge quindi alla spiaggia dei “Sassi Neri”: da qui si possono osservare gli scogli di scaglia rossa che caratterizzano questo tratto di costa.

Sentiero Spiaggia di San Michele
Tempo di percorrenza: 30 minuti (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Ambiente: falesia marnosa ed argillosa che dall’abitato di Sirolo scende con notevole pendenza al mare. Spiaggia ghiaiosa con barriere artificiali affioranti.
Vegetazione: pineta di rimboschimento con presenza di specie arboree autoctone del Conero (leccio e roverella).
Osservazioni faunistiche: tra gli uccelli è possibile osservare il fringuello, la cinciallegra, il
cardellino, i gabbiani (reale e comune) e d’inverno, lungo la spiaggia, anche il cormorano.
Itinerario: entrati nel Parco della Repubblica, nel centro di Sirolo, si segue il viale principale fino al punto panoramico da cui si possono osservare il Monte Conero e la spiaggia dei Sassi Neri. Da qui, seguendo la staccionata, si prende una stradina sterrata che scende, con ampi tornanti, all’interno di una falesia marnosa caratterizzata da un bosco di pini d’Aleppo. La strada si restringe in un sentiero che scende rapidamente alla spiaggia di S. Michele. Arrivati sull’arenile si può proseguire verso destra fino ad arrivare alla grotta Urbani, cavità naturale, scavata dal mare, ai piedi della rupe su cui sorge l’abitato di Sirolo.

Sentiero 305 S. Lorenzo
Tempo di percorrenza: ore 1,30 (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain bike
Ambiente: solco vallivo profondamente inciso soprattutto nel tratto inferiore, scavato dall’azione erosiva del fosso e ferito in più punti dalle cave.
Vegetazione: numerose macchie di rovo e stracciabrache, pineta di rimboschimento, macchia mediterranea termofila con netto predominio di leccio. I pianori di scavo e le zone di taglio delle cave sono ricchi di pini, ginepri e ginestre. Qualche rara pianta di corbezzolo.
Osservazioni faunistiche: tra gli uccelli nidificanti troviamo lo zigolo nero, il codibugnolo e
la cinciallegra; in zona cacciano lo sparviere ed il gheppio, mentre tra i rapaci notturni è da segnalare l’assiolo. Tra i mammiferi sono presenti la faina e la volpe.
Itinerario: da Sirolo si prende la provinciale per Ancona fino a Fonte d’Olio; presso l’ingresso del Teatro alle Cave, si prende il sentiero a destra, circondato da bassa vegetazione sino ad una sterrata: si prosegue a sinistra, seguendo il tracciato che risale il fosso di San Lorenzo circondato dalla tipica macchia mediterranea. Lungo questo percorso si incontrano in
successione tre vecchie cave, nella seconda delle quali si può osservare il limite K/T, una
interessante formazione geologica. Successivamente si continua sulla sinistra sulla
strada sterrata che risale il versante destro del torrente. Nella parte alta del sentiero si percorre il crinale fino a Pian dei Raggetti.

Sentiero 306 S. Andrea
Tempo di percorrenza: ore 1,30 (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Ambiente: dolce rilievo collinare su cui sorgeva l’antico Castello di Massignano in un paesaggio agreste particolarmente armonico.
Vegetazione: siepi (marrica, rosa canina, prugnolo), seminativi (granturco, sorgo e girasole), vigneti, pineta di rimboschimento con abbondanza di leccio. Presenza di specie arboree legate alla vita contadina (acero campestre, olmo campestre, gelso, ailanto).
Osservazioni faunistiche: passeriformi nidificanti di macchia (occhiocotto, capinera, usignolo, zigolo nero); buone le osservazioni sui rapaci diurni stanziali e di passo. Tra i rapaci notturni vi è da segnalare l’allocco, la civetta e l’assiolo. Tra i mammiferi vi è la presenza della volpe e della faina. Numerose le farfalle tra cui la vanessa atalanta e la vanessa pavone.
Itinerario: lasciato il sito geologico di Massignano, rilevante per lo stratotipo di passaggio
tra le due ere eocene-oleocene, si sale un’ampia sterrata che, dopo aver costeggiato
alcune case, attraversa vigneti e seminativi fino ad arrivare ad un pianoro erboso con vista panoramica sulle pendici sud del Monte Conero. Si prosegue verso sinistra oltrepassando delle antenne; ai margini del bosco prendere al bivio la stradina che si restringe leggermente ed addentrarsi nella macchia di pini e di lecci. Si prosegue dritto per un lungo tratto fino ad un incrocio: prendere sulla destra per arrivare a Pian di Raggetti, punto di incontro con altri sentieri.

Sentiero 307 Anello Grotte romane e Cava Nascosta
Tempo di percorrenza: ore 2
Difficoltà: intermedio
Percorribilità: a piedi
Ambiente: pendici occidentali del Monte Conero.
Vegetazione: ad eccezione di un piccolo appezzamento coltivato troviamo: pineta di
rimboschimento in evoluzione spontanea verso il bosco con abbondanza di leccio. Nel
sottobosco numerose specie erbacee ed arbustive (pungitopo, straccibrache, ginepro,
lentisco), nonché piccole piante di roverella.
Osservazioni faunistiche: passeriformi di bosco nidificanti (cinciallegra, fringuello, ghiandaia). Tra i rapaci notturni vi è da segnalare l’assiolo. La cava nascosta, con le sue pareti rocciose
e scoscese, è un ottimo sito per la nidificazione dei rapaci.
Itinerario: dal campo sportivo del Poggio prendere la provinciale verso Sirolo e dopo circa 2 km (di fronte ad un agriturismo) prendere a sinistra: qua inizia il sentiero che sale al lato di un vallone. Ad un bivio si prende sulla destra sino ad arrivare nei pressi di una vecchia cava ormai nascosta dal fitto della vegetazione. Si prosegue poi sulla destra per un piccolo sentiero che sale con ripidi e tortuosi tornanti nel fitto bosco di caducifoglie, fino ad arrivare ad una sterrata pianeggiante: prendere a sinistra ed in breve si raggiungono le Grotte Romane (gallerie artificiali legate ad attività estrattive in epoca romana). Continuando si giunge ad un punto panoramico da dove si può ammirare l’entroterra marchigiano fino a Monte S. Vicino, per poi scendere rapidamente in una pineta di rimboschimento (in evoluzione spontanea verso il bosco misto), fino ad arrivare all’estremità di un pendio prativo. Scendendo sulla sinistra si costeggia un filare di abeti che, attraversati alcuni coltivi, conduce alla strada provinciale.

Sentiero 308 dei Gigli
Tempo di percorrenza: ore 1 (solo andata)
Difficoltà: intermedio
Percorribilità: a piedi
Ambiente: pendici occidentali del Monte Conero, al di sopra dell’abitato del Poggio.
Il tratto iniziale è dominato da una grande cava che offre possibilità di interessanti osservazioni geologiche.
Vegetazione: ex cava ricolonizzata da pini d’aleppo e ginestre, pineta di rimboschimento,
bosco mesofilo comprendente specie sempreverdi e caducifoglie con dominanza di leccio
e, soprattutto nelle zone più fresche, carpino nero. Nel sottobosco troviamo asparago spinoso, teucrio, orchidee e, nella stagione, molte specie fungine.
Osservazini faunistiche: tra gli uccelli di bosco troviamo il pettirosso, il fringuello, la cinciarella, nella zona si può osservare lo sparviere in caccia ed in primavera uccelli rapaci in migrazione volteggiare sul bosco del vallone.
Itinerario: prendere la stradina che dal campo sportivo del Poggio passa tra la fornace in
disuso e la cava abbandonata e ricolonizzata dai pini d’Aleppo e dalle ginestre: il sentiero
sale all’inizio dolcemente in un giovane bosco e poi si arrampica su di una ripida salita che
entra in un bosco di caducifoglie e sempreverdi (con prevalenza di leccio). Si costeggia poi
sulla destra un rudere fatiscente (casa Mandolesi o casa dei Gigli) ormai quasi nascosto dalla vegetazione e si prosegue per giungere in breve tempo a Pian Grande punto di incontro con altri interessanti sentieri.

Sentiero 309 Anello di Portonovo
Tempo di percorrenza: ore 1,30
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Ambiente: baia posta ai piedi del versante nord-orientale del Monte Conero. Presenza di due laghetti salmastri. In estate affollato centro turistico balneare.
Vegetazione: macchia mediterranea mesofila con abbondanza di corbezzolo accanto a
specie a foglie caduche (carpino nero, orniello), formazione di vegetazione palustre (cannuccia di palude e falasco), tife ed altre specie acquatiche nelle zone umide; specie pioniere sulla spiaggia (papavero giallo, cavolo marittimo).
Osservazioni faunistiche: nei laghetti costieri presenza di uccelli acquatici stanziali (gallinella
d’acqua, tuffetto) e presenza stagionale del martin pescatore, passeriformi di macchia
(occhiocotto e sterpazzolina), specie svernanti marine (cormorano e svasso piccolo). Tra i
mammiferi volpe e faina; tra gli insetti il ditisco e numerose specie di libellule. Nelle acque
dei laghetti troviamo la gambusia, un piccolo pesce d’acqua dolce.
Itinerario: dalla strada provinciale tra Sirolo ed Ancona, si devia per Portonovo e si raggiunge la piazzetta alla fine della strada in discesa. Seguire la strada asfaltata verso la spiaggia del molo e dopo aver costeggiato il Lago Grande, portarsi sulla spiaggia. Proseguendo verso destra, si supera l’imponente Fortino Napoleonico  per raggiungere in pochi minuti una maestosa Torre di Guardia. Percorrere la spiaggia fino all’ultimo stabilimento: qua, girando a destra, si lascia l’arenile e si giunge ad un cancello verde da dove, nei periodi estivi, è possibile visitare la bellissima chiesa di S. Maria di Portonovo. Seguire la stradina sulla sinistra, che costeggia l’altro stagno salmastro (Lago Profondo) per poi inoltrarsi nella macchia mediterranea. Scendere poi sulla strada asfaltata verso la piazzetta.
 


Sentiero 313 della Scalaccia 
Tempo di percorrenza: ore 2 (solo andata)
Difficoltà: intermedio
Percorribilità: a piedi
Ambiente: piccola valle boscata al di sotto dell’abitato di Pietralacroce. Falesia marnosoarenacea con spiaggiole ghiaiose.
Vegetazione: la valle è caratterizzata da un querceto (roverella) nel versante caldo e da un orno-ostrieto (carpino nero, orniello) in quello fresco con una piccola olmeta nella parte
inferiore. Nelle parti assolate abbondanti la rosa canina, la ginestra, lo stracciabrache.
Seminativi ed ex-coltivi. Presenza di orchidee. Sulla falesia abbondante la canna del Reno.
Osservazioni faunistiche: passeriformi nidificanti (averla piccola e passera mattugia nei
coltivi; cinciallegra e fringuello nelle zone boscate). Sporadica presenza dello sparviere. Tra i mammiferi facilmente osservabile il riccio e la volpe.
Itinerario: da Sirolo si percorre la strada provinciale panoramica per Ancona e circa 200m dopo il cartello che segnala l’inizio dell’abitato, si prende sulla destra Via Monte Venanzio.
Dopo poche centinaia di metri si lascia la strada asfaltata e si prende a sinistra una sterrata che scende dolcemente. Ad un bivio, si prende a sinistra un sentiero che si addentra in un bosco di caducifoglie e quindi nella bassa macchia mediterranea. Ad un incrocio si prende a destra il sentiero che, attraverso numerosi e piccoli tornanti (in gran parte costituiti da
scalini), porta in breve alla bianca spiaggia di roccia calcarea della Scalaccia.

ATTUALMENTE NON E' POSSIBILE RAGGIUNGERE GLI SCOGLI ED IL MARE

PER ORDINANZA SINDACALE DEL COMUNE DI ANCONA

Sentiero 314 Percorso della Fonte di Capo d'acqua
Tempo di percorrenza: ore 1 (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Catteristica: Il sentiero attraversa una zona collinare lungo il fosso San Lorenzo e
un rimboschimento a pino, raggiungendo la cima di Monte Colombo (253 m), punto
panoramico su Monte Conero, la costa e le colline dell'interno marchigiano.
Vegetazione:Ampie zone coltivate (frumento, granturco, sorgo), fascia ripariale
(pioppo)poverelle in esemplari isolati oppure in piccoli boschetti, pascoli alla
sommità (ginepro, elicriso d'Italia, ginestra, cisto rosso).
Fauna: Passeriformi nidificanti (usignolo, usignolo di fiume, scricciolo) nella fascia ripariate,
codibugnolo e cinciallegra tra le querce. Monte Colombo è un'ottimo punto di osservazione per gli uccelli rapaci (nidificanti l'assiolo e la civetta).
Abbondanza di fagiani e merli.
Possibile incontro con mammiferi (volpe, tasso, faina) e rettili (biacco).


Sentiero 315 Anello della Pecorara
Tempo di percorrenza: ore 3
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Catteristica: Il sentiero percorre una fascia collinare nella vallata del Betelico,
caratterizzata da un'armonico paesaggio a mosaico tra zone coltivate ed ambienti naturali.
Costeggiando i due rami del rio Pecorara affluente del torrente Betelico.
Vegetazione: Nelle aree coltivate osserviamo seminative, vigneti ed uliveti.
Boschi misti di caducifoglie con abbondanza di poverella, fascia ripariate (pioppo e salice), lungo i piccoli corsi d'acqua. Presenza localizzata di capelvenere.
Rimboschimenti a pino d'Aleppo in parte ricolonizzati dalla roverella. Nelle zone assolate domina la ginestra. Diffese le siepi (rosa canina, marca, prugnolo, rovo, asparago spinoso)
Fauna:Massiccia presenza di passeriformi di bosco; la macchia è
un ambiente ottimale per i mammiferi del Parco (donnola, tasso, volpe).
Da segnalare la presenza localizzata e importante del granchio di fiume.

Sentiero 315a Monte Colombo
Tempo di percorrenza: 30 minuti(solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Catteristica: Il sentiero si inoltra in una pineta che lascia il posto ad un'ampio prato sulla cima del Monte Colombo (253 m), dove ammirare uno splendido paesaggio.

 
Sentiero 316 del Betelico
Tempo di percorrenza: ore 3
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Ambiente: fascia collinare al di sotto dell’abitato di Massignano, molto bella paesaggisticamente, che si sviluppa nella vallata del Betelico.
Vegetazione: boschi misti di caducifoglie, vegetazione ripariale che in alcuni tratti si sviluppa in modo lussureggiante all’interno di fossati scoscesi (pioppo e salice). Fitte siepi (marruca, biancospino, prugnolo, robbia), sparsi alberi da frutto (meli, ciliegi, mandorli) uliveti e vigneti. Splendide fioriture di ginestra e cisto rosso. Da segnalare alcuni esemplari secolari di roverella.
Osservazioni faunistiche: passeriformi nidificanti (verzellino, verdone, cardellino, averla
piccola), ghiandaia e upupa. Tra i rapaci troviamo lo sparviere e l’allocco. Buona la presenza di mammiferi.
Itinerario: dall’abitato di San Germano seguire la strada verso Ancona e dopo alcune centinaia di metri girare a destra per Via Bagnolo. Percorrere interamente la piccola strada ed all’incrocio girare a sinistra su di un’ampia carreggiata. Al bivio girare a destra e percorrere il lungo tratto pianeggiante che costeggia il fosso del Betelico: questa strada offre stupendi scorci panoramici su coltivi tra i quali spiccano siepi ed olivi secolari. Arrivati ad un trivio, individuato da due imponenti alberi, si sale sulla destra. Oltrepassato l’acquedotto si lascia la carreggiata per
prendere in discesa un sentiero sterrato che, dopo un tratto carrabile, attraversa ampi coltivi, fino a giungere nei pressi della strada provinciale. Salire quindi a destra verso l’abitato di Massignano, attraversarlo e proseguire sulla strada asfaltata che scende per circa un km e mezzo: al bivio girare a destra su una stradina che costeggia un ampio prato. Da qui si ritorna alla sterrata del Betelico, da dove si può ritornare a San Germano.

Sentiero 317 del Boranico
Tempo di percorrenza: ore 3 (solo andata)
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Ambiente: zona collinare in gran parte coltivata situata nell’alta valle del Boranico. Piccoli
corsi d’acqua. Punti panoramici sul Monte Conero e sul paesaggio agreste.
Vegetazione: fascia ripariale (pioppo e salice), grandi roverelle in filari, siepi (marruca,
biancospino), vigneti, seminativi (grano e sorgo).
Osservazioni faunistiche: passeriformi di bosco e di macchia (fringuello, usignolo, usignolo
di fiume). Tra i rapaci notturni sono presenti la civetta, l’allocco e l’assiolo. Occasionali
avvistamenti di gheppio e lodolaio. Buona presenza di mammiferi (faina e volpe).
Itinerario: dall’abitato di Varano si prende la strada asfaltata che conduce al locale cimitero: ad un bivio si gira a sinistra su una strada bianca che scende nel fondovalle del rio Boranico. Lungo il percorso si godono ampi scorci panoramici del Monte Conero e della fascia collinare del parco, caratterizzata da uno stupendo mosaico di coltivi e vigneti tra i quali spiccano siepi di biancospino e marruco. Raggiunto il fondovalle si prosegue a destra per un piccolo ed evidente sentiero che attraversa con un ponticello il torrente Boranico. Il percorso prosegue su una stradina alberata: al termine di questa si gira a destra su di un’ampia sterrata che prima dolcemente poi ripidamente sale il versante della collina: all’incrocio si gira a destra e si segue la strada asfaltata che porta all’abitato di S. Germano e quindi all’omonima chiesa, punto finale di questo sentiero.

Sentiero 318 Anello della Gradina
Tempo di percorrenza: ore 3
Difficoltà: facile
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in mountain-bike
Ambiente: fascia collinare parzialmente coltivata con piccoli boschi sparsi che si sviluppa
ai piedi dell’abitato del Poggio di Ancona. Presenza di piccoli corsi d’acqua. Da segnalare
dal punto di vista storico e paesaggistico la Gradina, singolare collina dalla cima spianata,
collegata alla presenza umana nel Neolitico.
Vegetazione: boschi misti di roverella e carpino nero. Fascia ripariale in alcuni tratti ampia
e rigogliosa, talvolta limitata a stretti filari di pioppo. Abbondanti siepi di asparago, robbia,
rovo. Alberi da frutto spesso in esemplari isolati (ciliegio), oliveti, vigneti e zone incolte.
Osservazioni faunistiche: uccelli di bosco e di macchia (ghiandaia, merlo, codibugnolo). Tra
i rapaci diurni sono presenti il lodolaio e la poiana, mentre tra quelli notturni, l’allocco, l’assiolo e la civetta. Nei prati non è difficile l’incontro con il macaone, una delle più belle farfalle d’Italia. Tutta la zona è frequentata da numerose specie di mammiferi (faina, volpe, tasso, riccio).
Itinerario: prendere la strada provinciale che da Sirolo conduce ad Ancona, nei pressi della circonvallazione del Poggio prendere la strada per Camerano. Subito dopo lo svincolo si
raggiunge un pianoro erboso (punto panoramico sull’entroterra e la città di Ancona) e quindi scendendo lungo la strada asfaltata, si osserva una collina dalla forma caratteristica a tronco di cono, denominata “La Gradina”. Superata la collina girare a destra su una sterrata in
discesa fino a raggiungere il fosso Tomba affluente del rio Boranico. Da qui il sentiero sale tra ampi coltivi fino ad arrivare ad una casa: superato l’edificio si prende una strada che,
salendo, arriva al locale cimitero e quindi alla frazione del Poggio. Prendendo la strada sulla destra si costeggia il Monte Zoia, per poi ridiscendere verso il punto di partenza.
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