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Il Battistero di San Giovanni Battista

Si tratta indubbiamente di uno dei punti di maggiore interesse storico e artistico da visitare in città.
L’edificio nasce nel XII secolo come chiesa, sede della Confraternita del SS. Sacramento, e rientrava tra i lavori di ampliamento che l’attigua Cattedrale di San Leopardo operò in quel periodo.
A un’architettura esterna molto sobria e semplice, contrasta un interno ricco e sfarzoso, in perfetto stile barocco. Infatti, nella prima metà del 1600, l’allora Vescovo Agostino Galamini ne commissionò la decorazione interna, chiamando a operare maestranze locali e trasformando così l’allora chiesa in un Battistero.
Entrando nell’ambiente si resta subito affascinati dal grande Fonte battesimale posto al centro della stanza. Il Fonte, in bronzo, venne realizzato tra il 1622 e il 1629 dai fratelli Tarquinio e Pierpaolo Jacometti di Recanati, scultori molto abili nella lavorazione del bronzo e all’epoca molto attivi nel territorio marchigiano.
Il Fonte, alto circa 3,50 metri, poggia su tre scalini circolari in marmo, che presumibilmente simboleggiano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
A sorreggere il Fonte 4 tori, animale simbolo della famiglia Galamini, secondo una pratica in voga in passato, e cioè quella di inserire sull’opera che veniva commissionata un simbolo che identificasse il nome del committente che lo aveva richiesto.
Il catino circolare, decorato con ghirlande, putti e vegetazione, ha una larghezza di circa 3 metri.
Questo è sovrastato da un tempietto diviso da 4 pannelli decorati a bassorilievo e raffiguranti scene bibliche: Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, La Probatica Piscina, Il Battista che annuncia la venuta del Messia, La Guarigione del lebbroso Naaman. Alternati ai quattro pannelli 4 statuette a tuttotondo: tre rappresentano le tre virtù teologali, cioè Fede, Speranza e Carità, ognuna contrassegnata da un simbolo di riconoscimento (la Fede con lo specchio in mano; la Speranza che sorregge una fiaccola, copia dell’originale; la Carità con un vasetto di miele in mano). La quarta statuetta raffigura San Giovanni Battista, che tiene in una mano una croce sulla quale è arrotolato un cartiglio con la scritta “Hic est qui Batizat”; con l’altra indica il Cristo Redentore posto all’apice della Fonte, ultima statuetta a tuttotondo che decora il monumento.
Alzando lo sguardo si resta altrettanto colpiti dinanzi allo sfarzoso soffitto ligneo a cassettoni, realizzato da Antonio Sarti di Jesi. Il soffitto è diviso in tre settori e anch’esso illustra scene riprese sempre dalla Bibblia, e cioè: La Probatica Piscina, rappresentata nel tondo centrale attorno al quale sono raffigurati i quattro evangelisti; La Guarigione di Naaman e Mosè salvato dalla acque, raffigurati nei due esagoni laterali.
Subito al di sotto del soffitto corre, lungo tutto il perimetro dell’ambiente, una fascia affrescata, che narra le vite di alcuni santi. Riconoscibile anche qui, alternata alle scene rappresentate, la testa di toro, simbolo del Galamini.
Anche la parete in cui c’è l’altare è affrescata con la scena della Crocifissione di Gesù, con ai lati Pietro e Paolo, datata al XIII secolo.
Sopra l’altare una tela raffigurante il Battesimo di Gesù, attribuito alla scuola di Carlo Maratti, pittore ‘600esco nativo della vicina città di Camerano.
Al contraltare un balcone balaustrato, dove presumibilmente era collocato un organo o sede di un matroneo.
Come si evince, tutte le scene presenti all’interno del Battistero, sia nel Fonte che nel soffitto, hanno come riferimento l’acqua.
Il luogo continua ad essere impiegato come Battistero.

 

Testo: Dott.essa Lorenza Bagnarelli



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